La Calabria è una delle regioni più ricche di minerali dell’intera Italia. La sua particolare geologia caratterizzata da una orogenesi ercinica e alpina, la sua complessità che si riflette in una vastissima varietà di rocce e quindi di minerali, fanno di questa regione un autentico micro-continente. In Calabria hanno operato moltissime miniere già dai tempi antichi. Tracce di coltivazione arcaiche sono state trovate nella Grotta della Monaca. Lo sfruttamento delle miniere di Longobucco è iniziato già con i Greci. Attualmente, per ragioni di resa economica, lo sfruttamento minerario del territorio calabrese è relativamente limitato. Ma cosa si è estratto dal sottosuolo calabrese? C’è dell’oro in Calabria? E se si, dove si trova l’oro in Calabria? In testi antichi sono segnalate anche miniere d’oro calabresi in località come Longobucco, Bocchigliero, Celico e soprattutto San Donato di Ninea. Le mineralizzazioni presenti sul territorio sono moltissime ma difficilmente si è in presenza di autentici giacimenti di grandi dimensioni. Ciò non toglie che la regione possa suscitare un forte richiamo verso amatori e collezionisti di minerali anche se attualmente questo aspetto è poco conosciuto e poco divulgato.
La ricerca mineralogica in Calabria ha avuto il maggiore impulso tra l’inizio dell’Ottocento e la meta del secolo scorso con un picco di interesse nel ventennio fascista per ovvie ragioni legate all’economia autarchica di quel periodo storico. Successivamente, attorno agli anni ’70, ci fu un momento d’oro grazie alle prospezioni mineralogiche condotte dalla società RIMIN (Ricerche Minerarie). Tutte le informazioni scaturite dalle ricerche della Rimin costituiscono un importante database da cui partire se, nei prossimi decenni, la penuria di alcuni minerali porterà a riconsiderare la scelta di chiusura di impianti di estrazione mineraria calabrese. Recentemente molte fonti di stampa e mediatiche si sono occupate dell’annuncio della scoperte di nuovi minerali in Calabria. Si tratta di linarite e connellite. La scoperta è stata fatta dal un team dell’Università della Calabria, dell’Università di Bari e dell’Arpacal di Cosenza nella miniera dei barite di Mastricarro a Catanzaro, dove un anno prima, gli stessi ricercatori, avevano scoperto un altro nuovo minerale: la wulfenite. La linarite è un solfato di rame e piombo e la connellite è un solfato idrato di rame. Sono di dimensioni millimetriche e sub-millimetriche e hanno entrambi un colore blu acceso.
Di seguito riportiamo informazioni generiche sulle aree che sono state oggetto di sfruttamento minerario in Calabria e anche di zone con mineralizzazioni documentate da ricerche scientifiche. Per ragioni pratiche, nel trattare di miniere e minerali calabresi, divideremo il territorio calabrese nelle usuali province, anche se, le aree minerarie, spesso si estendono tra provincie adiacenti. Ricordiamo inoltre, a chi consunta documenti di vecchia data, che le attuali province di Crotone e Vibo Valentia erano comprese, fino a qualche anno fa, in quella di Catanzaro.
- Miniere provincia di Cosenza (Miniere di galena a Longobucco, salgemma a Lungro, etc)
- Miniere provincia di Catanzaro (Miniera di barite a Catanzaro, pirite a Gimigliano, grafite a Olivadi, etc)
- Miniere provincia di Crotone (Miniere di zolfo tra Strongoli e San Nicola, salgemma a Belvedere Spinello, solfuri a Cerenzia, etc)
- Miniere provincia di Vibo Valentia (Grafite e calcare vicino Vibo Valentia)
- Miniere provincia di Reggio Calabria (Miniera borbonica del ferro di Pazzano, molibdenite a Bivongi, lignite ad Agnana, etc.)